Resti umani nell’Archelogia e Antropologia forense

Articolo a cura della Dr.ssa Simona Minozzi (immagine tratta dal web)

L’adattamento delle scienze archeologiche ed antropologiche all’ambito giudiziario consente di applicare metodologie ad elevato potenziale informativo nel caso di rinvenimento di resti scheletrici.
Il sopralluogo durante il recupero e l’analisi delle caratteristiche di deposizione possono fornire elementi determinanti all’identificazione dell’individuo e, attraverso l’esame dettagliato degli avvenimenti post deposizionali, lo studio tafonomico della sepoltura e lo studio antropologico dei resti scheletrici, è possibile stilarne un profilo biologico.
In particolare, il recupero dei resti secondo le metodologie proprie dell’archeotanatologia (o tafonomia) consente la ricostruzione di quanto è avvenuto prima, durante e dopo l’occultamento del cadavere.
La ricerca ed il recupero di un corpo sepolto partono per prima cosa dall’identificazione dei margini della fossa (o “taglio”), e dopo i rilievi grafici e fotografici e l’eventuale repertazione di elementi estranei al contesto, si può procede alla rimozione del terreno di riempimento della fossa.
Questo procedimento viene eseguito seguendo le tecniche utilizzate in archeologia e nell’antropologia di scavo che prevedono l’analisi stratigrafica e l’esame delle caratteristiche del terreno, onde evidenziare la presenza di frammenti ossei, eventuali manufatti o interventi artificiali.
Il recupero dei resti avviene in seguito, preservando il contesto e stabilendo le relazioni tra i materiali recuperati. In questa fase, è bene prevedere la possibilità di analisi successive che potrebbero risultare potenzialmente utili nell’interpretazione dei fenomeni intervenuti. Infatti, è solo mediante un approccio integrato, utilizzando conoscenze fornite da diverse discipline, che si possono ottenere informazioni indispensabili alla comprensione.
Ad esempio, la presenza di elementi botanici (foglie, radici, semi, pollini, ecc.) vicino ai resti può indicare l’epoca della sepoltura e la stagione o il mese in cui è avvenuta, così come lo studio entomologico di insetti, larve o pupari; mentre la zoologia consente di identificare eventuali ossa animali e la geologia coadiuva l’interpretazione della stratigrafia.
Il recupero dei resti avviene attraverso un attento esame di ciascun elemento scheletrico e di ciò che lo circonda poiché in questo modo è possibile ricollocare il corpo nel momento della sua deposizione, ricostruendo la posizione originaria del cadavere e comprendere ciò che è avvenuto nel periodo che intercorre tra la morte ed il suo ritrovamento.Lo studio antropologico dei resti scheletrici consente di stilare un profilo biologico dell’individuo a cui appartengono. Esami effettuati ed elementi che concorro ad identificare un individuo:
Epoca della morte.
Datazione dei resti mediante metodologie appropriate all’antichità / modernità presupposta (test di fluorescenza o radiochimici).
Sesso ed età alla morte.
La diagnosi viene effettuata in base a caratteristiche metriche e morfologiche dello scheletro.
Statura e costituzione corporea:
vengono ricostruite mediante l’analisi metrica delle ossa.
Etnia:
può essere individuata mediante analisi metrica e individuazione di varianti anatomiche scheletriche e dentarie tipiche di alcuni gruppi etnici.
Ricostruzione facciale:
partendo dalle ossa del cranio, permette con una buona approssimazione di ricostruire i connotati dell’individuo di appartenenza.
Analisi biomolecolari:
anche dall’osso è possibile estrarre materiale organico e DNA per analisi utili all’identificazione.
Indicatori di attività fisica:
è possibile valutare il grado di espressione delle inserzioni muscolari sull’osso per ricostruire l’attività fisica o lavorativa svolta durante la vita.
Patologie:
alcune malattie lasciano tracce sulle ossa e possono essere facilmente identificate, come ad esempio infiammazioni, traumi, malattie metaboliche ed endocrine, artrosi, ecc.
Indicatori scheletrici di lesività:
E’ possibile interpretare la risposta dell’osso ad eventi traumatici che possono incorrere prima della morte o esserne causa. Sono molte le lesività che hanno un riscontro osteologico: lesioni contusive, da arma bianca, da arma da fuoco, da esplosione, da strangolamento, da decapitazione, ecc.
Particolare attenzione ed interesse è rivolto allo Studio dei denti, infatti essi rappresentano uno dei più importanti serbatoi di notizie sull’individuo a cui appartengono. Attraverso lo studio della sola dentatura è possibile ottenere informazioni su età alla morte e sesso, episodi di stress nutrizionali o di malattia subiti durante l’infanzia (ipoplasia dello smalto), abitudini alimentari, condizioni generali di vita e di salute (igiene orale, affezioni dentoalveolari), inquadramento genetico e popolazionistico, eventuali attività lavorative o abitudini non alimentari (es. solco della sarta, uso della pipa, ecc.). Le potenzialità espresse dall’esame antropologico e dall’uso di tecniche archeologiche durante lo scavo e il recupero di resti umani possono rivestire un ruolo importante nel rinvenimento e nell’identificazione di resti scheletrici.

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